Intervista radiofonica della professoressa Laura Prinetti alla scrittrice palermitana Maria Elena Mignosi Picone su Radio Mater.

Buongiorno Professoressa, noi abbiamo avuto l'onore di averla nostra ospite due anni fa, ora ci fa piacere tornare ad intervistarla in occasione della pubblicazione del suo secondo libro di poesie Finestre del cuore. C'è una parte che lei dedica alla famiglia e questo calza proprio a pennello in questo momento in cui si riunisce il Sinodo dei Vescovi per trattare appunto della famiglia. Allora, professoressa, cominciamo con questa domanda: Come e da dove nasce l'idea del libro di poesie e come lo ha impostato?

Veramente non ho mai pensato di scrivere un libro di poesie e nemmeno una poesia perché essa è un'ispirazione involontaria; semplicemente avevo già scritto tante poesie (questo è il secondo libro e sono più di cento) e un giorno ho deciso di pubblicarle. Perché? Perché il momento in cui viene una ispirazione poetica è un momento di gioia e il primo a stupirsi è il poeta stesso, è un momento magico. E la gioia è effusiva, si sente subito l'esigenza di comunicarla agli altri. Le poesie non si possono tenere nel cassetto. Ecco l'idea di questo libro di poesie è nata dalla gioia, dal bisogno di comunicare agli altri la gioia della poesia. E anche da un senso di fraternità verso il pubblico dei lettori. Siamo fatti tutti della stessa pasta e come il sentimento materno ad esempio qualunque madre lo condivide, di qualsiasi condizione e di qualsiasi razza, così gli altri il poeta li sente vicini, fratelli addirittura, perché capaci di condividere i propri stessi sentimenti, pensieri ed emozioni. Ci si sente tutti come una famiglia, componenti della grande famiglia della umanità. La poesia è veramente un mezzo che accomuna e conferisce unità. E sta qui proprio l'universalità della poesia. Come l'ho impostato? E questo è già implicito nel titolo Finestre del cuore Si tratta di sguardi, di finestre appunto, rivolti agli affetti che hanno riempito la mia vita. E così troviamo la Parentela, a cominciare dai nonni e a finire a nipoti e nipotini; C'è l'Amicizia, e anche il Vicinato, il Quartiere. E non solo le persone ma anche le cose, perché anche queste ci sono care. E così troviamo le Dimore, le casette della villeggiatura da bambina a Gibilmanna, i Paesaggi, gli Eventi. E non mancano neanche gli animali, c'è perfino il gattino del mio nipotino. Ma accanto alle cose belle ci sono anche le amarezze, le delusioni, perché la vita è fatta di gioie e di pene; perciò l'esperienza amara della falsità, della furbizia. E ancora le gioie al livello più alto, le Meraviglie, le Sublimità, come appunto può essere la poesia o la fede.

Ecco vorrei fare ascoltare ai nostri ascoltatori qualche poesia. Ne ho scelta una che mi è piaciuta moltissimo sull'amore umano, intitolata Sguardo. La legge lei, professoressa?

Sì, volentieri.

Sguardo di lei
negli occhi di lui
sguardo di lui
negli occhi di lei
sguardo guizzante
d'amore
sguardo intenso
profondo
carico di sentimento.
Prolungato nel tempo
e che oltre il tempo
sembra prolungarsi
in un preludio
di vita eterna.

E certamente non può mancare quella sulla famiglia.

Sì, questa è intitolata proprio Famiglia.

Croce e delizia
di ogni persona
luogo materiale
e spirituale in cui
si toccano insieme
le vette del cielo
e gli abissi dell'inferno.
O famiglia,
verso di te si avverte
l'anelito più fremente
o il timore più esitante.
In te c'è la parola
più dolce e suadente
oppure l'espressione
più crudele e brutale.
Sei la famiglia
il regno della pace
e il regno della guerra.
Sei come una ciambella:
non tutte riescono
con il buco.
Ma sei una cosa essenziale;
senza di te
non ci si potrebbe amare.
Il Signore ti ha voluta
e con o senza certificato
mamma bambino e papà
sono l'immagine
della Trinità

Lei, con parole molto semplici, ha espresso tutto un trattato di teologia sulla famiglia. E ancora è molto bella quella intitolata La forza dell'amore. Ci vuole leggere anche questa?

Sì. E voglio prima dire che io sono vedova, sono sola, ma non mi sento sola perché sento la casa piena della presenza di mio marito. E la voglio dedicare a lui che mi fa sentire così.

Quando una persona ama
ne senti l'interesse
ne senti l'attenzione,
quando una persona ama
ne senti la presenza
anche se non fa rumore.
Nel silenzio e nella solitudine
ne avverti l'alito il respiro
che riempie di sé l'aria
che non è vuota ma pregna
di una presenza muta.
Muta ci sembra
ma segue incessantemente
ed è ricca di sollecitudine
e di premura ardente.
Ci parla nel sogno
ci sprona ci sostiene
e pur ha la forza
di alleviar le pene.
Ci viene incontro
ci compensa della sua assenza
ci previene e aiuta nell'errore
ci spiana la strada
ci alita amore

Molto commovente veramente. Ci sono altre poesie che vertono su un aspetto un po' insolito in poesia, e cioè sulla donna come massaia. Ecco ce n'è una sul Lavoro domestico, che porta proprio questo titolo. Ci vuole leggere anche questa?

Certamente.

E' il lavoro
che il Signore
ha riservato
alla donna
sin dai primordi
della umanità.
All'uomo
la caccia
la pesca
il lavoro all'esterno
per provvedere
ai bisogni
dei familiari
all'interno.
La Madonna
faceva questo lavoro:
puliva la casa
cucinava
faceva il bucato
e badava
che tutto fosse lindo
e ben preparato.
Nessuna donna
dovrebbe privarsi
di questo tesoro
semplice naturale
che la tiene attiva
e la rende
soddisfatta e giuliva.
Beata la donna
che ama
questo lavoro
non avvertirà
il peso della necessità.
Si manterrà
giovane e fresca
e agendo
con prudenza
e con costanza
nella operosità
avrà reso
un gran servizio
a se stessa
alla famiglia
e alla società.
E soprattutto
pur se sembra
un'attività
pesante e dura
avrà di certo svolto
un lavoro
secondo natura.

La ringrazio molto, professoressa, che con le sue poesie ci ha consentito di soffermarci sotto l'aspetto dell'arte poetica, su questo tema della famiglia, che appunto il Sinodo dei vescovi tratterà in questi giorni. La ringrazio ancora e la saluto cordialmente.

Grazie a voi, a lei e a Radio Mater di questa intervista. Grazie ancora e cordiali saluti.

Laura Prinetti - 7 ottobre 2014

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