Padre Giuseppe Guerra, Sacerdote Vincenziano, filosofo e teologo, in questo libro dal titolo "Oltre la persona individuale", con profondità di pensiero e chiarezza espositiva, non avulsa da sentita partecipazione e convinta adesione alla tesi sostenuta, affronta un argomento sottile e delicato, filosofico e teologico nel contempo.
L'autore prende l'avvio dall'analisi della distinzione tra individuo e persona, il primo inteso come un essere unico e irripetibile nelle sue caratteristiche accidentali, l'altra, la persona, come la prerogativa di esprimere la libertà, dono di Dio, mediante l'uso della intelligenza, che scorge il bene, e della volontà, che vi aderisce.
Distingue ancora l'autore il soggetto dall'oggetto scavando nell'anima dell'essere umano fino a raggiungere quel punto limite dove la soggettività sconfina nella oggettività e dunque nella universalità. Egli esamina quel limite estremo presente nell'uomo, che va oltre la persona individuale, e che reca l'impronta dell'immagine di Dio. In questa vetta o in questo abisso, perché qui altezza e profondità coincidono, si trova Dio. E' appunto Dio che unifica gli uomini tra di loro, è Lui che unisce i limiti estremi, vita e morte, non più in contrapposizione ma in continuità. A questo punto Padre Guerra osserva come quel senso sociale che si sviluppa nell'uomo col progredire dei suoi anni, e tanto più forte si fa quanto più maturi si diventa, questo senso di socialità, dicevamo, è preludio di Paradiso, è preludio di Comunione dei Santi.
La morte si uniforma alla vita e ne rappresenta la continuità.
Balzano evidenti allora le dimensioni temporali: il passato, il presente e il futuro, e tutte si unificano nella eternità, analogamente a quel che succede tra anima e corpo.
Ora Padre Guerra afferma che tutto questo edificio di pensiero si può comprendere meglio pensando all'amore. L'amore, infatti, che è risveglio di vitalità, è più forte della morte. L'amore è bene e perciò è esperienza di Dio. Allora è l'amore che ridesta il senso del bene e del male, in una parola la coscienza, che è un giudizio, che è discernimento tra bene e male. Amore che è coscienza e rivelazione di Dio.
Ecco l'oggettività che va oltre la soggettività, e cioè ecco l'immagine di Dio che va oltre la persona individuale. in questa esperienza di amore, umano e divino a un tempo, tutti gli uomini si riconoscono, e non ci sono barriere.
Padre Guerra, dunque, andando oltre la persona individuale, oltre la coscienza e anche l'autocoscienza, che solo l'uomo ha, cioè la consapevolezza della coscienza (il cogito cartesiano), giunge all'immagine di Dio scolpita da Lui, che è eterno e per cui non c'è né un prima né un dopo, nell'essere umano, non solo prima della nascita o meglio del concepimento, ma fin dall'eternità.
E' questo il significato dell'orma raffigurata in copertina: l'immagine di Dio impressa sin dall'eterno in ogni uomo; questa immagine, afferma Padre Guerra con audacia, il Signore la recupererà in ognuno dopo la morte, prima o poi a seconda della durata della purificazione sin dalla terra o in cielo, ma la recupererà certamente e per tutti.
Questa tesi, veramente ardita, non solo offre nuovi spunti di riflessione, ad esempio che l'uomo non sarebbe semplicemente immortale, con inizio e senza fine, ma eterno, nell'immagine di Dio. e non solo, ma l'ardimento dell'autore consiste soprattutto nell'ipotesi che a questo punto l'inferno non sarebbe più una condizione permanente ma transitoria.
Questo libro di Giuseppe Guerra richiama dunque l'attenzione sull'uomo come immagine di Dio, impressa sin dall'eternità, e infine per l' eternità recuperata; considera dunque l'uomo intriso di bene, all'inizio, a prescindere dall'esistenza terrena (il peccato originale l'assumerebbe nella carne nascendo), bene che poi emerge alla fine in lui perché recuperato da Dio.
Questo bene apre ancora uno spiraglio verso la speranza che tutti gli uomini della terra, pur nella loro diversità di razza, lingua, religione, possano intendersi; c'è sicuramente questa speranza, perché, osserva l'autore, basata su elementi teologici. Basti dunque fare emergere qui sulla terra l'immagine di Dio in ognuno. Non a caso il sottotitolo del libro è "Il fondamento delle relazioni interpersonali".
C'è sicuramente questa speranza, e questo, sin dall'inizio del libro, sin dalle prime pagine, si rivela essere l'anelito dell'autore: trovare un punto di incontro tra tutti, arrivare anche alla conciliazione dei contrari (cristiani, buddisti, panteisti), e trovare il dialogo anche tra posizioni contrarie.
Perciò questo libro, scritto con linguaggio fine e colto, accessibile pur nel suo contenuto filosofico e teologico reso ancora più chiaro da appropriate esemplificazioni, è un libro che apre i cuori alla speranza, in un ottimismo che affonda le radici in argomentazioni abbastanza solide e profonde, filosofiche e teologiche.
Maria Elena Mignosi