Lao Serena - Recensione a Serena Lao in occasione del Raduno poetico al Teatro Massimo dove ha cantato.

Ballarò! Antico mercato rionale di Palermo: voci colori suoni, ma non tenui e sbiaditi ma forti e potenti al sommo grado. Una bimba è nata lì, è cresciuta assimilando quella atmosfera in tutta la sua interezza, non una minuzia le è sfuggita. E tutto questo mondo che ha costituito la sua infanzia le è rimasto dentro, indelebile, incancellabile. Ma non è solo un ricordo. E' tutto il suo essere, la sua essenza. Si tratta di Serena Lao. Beh, che dire di Serena Lao? Ballarò è dentro di lei. Traspare nella sua voce unica, inconfondibile, straordinaria nel suo timbro; traspare nel suo tratto schietto, fermo; nella sua possanza fisica, consona a tale voce, nella sua potenza sbalorditiva da "far tremar le vene e i polsi" direbbe Dante. Anima siciliana, potente e delicata. Delicata sì pure. Basti osservare il suo sguardo, celeste e celestiale, quasi di infante. Che riflette una ricca vita interiore e una vivida sensibilità. E questa potenza interiore si avverte nel suo canto, nelle sue parole, proprio sue ( è cantautrice, poetessa, romanziera), e irrompe con un pathos degno della più alta anima greca. La passione la pietà, il dramma l'idillio, tutte le sfumature di cui si riveste l'esistenza, trovano spazio nella sua opera. E tutte ella esprime con una interpretazione così duttile che si piega inaspettatamente a tutte le tonalità come una pianista tra i toni gravi e acuti del pianoforte. Che dire ancora di Serena Lao? Diventerà sicuramente, e glielo auguriamo di tutto cuore, l'Omero della nostra Sicilia, il cantastorie della nostra amata terra, del nostro amato Ballarò. Grazie, Serena!

Maria Elena Mignosi

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