Maria Elena Mignosi - Il parnaso

Il solito paradosso: la parola è ovunque, polverizzata su cellulari, monitor di autobus e uffici postali, cartelloni pubblicitari. Sotto forma di informazione ci insegue su qualunque tipo di schermo e in tre minuti ti raccontano un colpo di stato, lo scioglimento delle camere, e un eccidio in Kenia. I ritmi della circolazione delle idee accelerano. L'input è la velocità e l'informazione, pazienza se non siamo stati mai più ignoranti di adesso, informati ed ignoranti, informati e superficiali. Un ossimoro bizzarro… Eppure, in questo mondo di messaggi a raffica, molte "persone", per dare valore alla propria esistenza, ribadire la propria unicità, misurare le proprie emozioni, cercare il significato profondo della propria vita, con un gesto universale, senza tempo, aprono un libro per confrontarsi con le parole di una poesia scritta da qualcuno o se ne stanno assorti a scrivere la loro poesia, con un gesto antico, come quello di Alceo o di Saffo, cercando di cogliere e dare il meglio di sé. Migliaia di noi fanno risuonare la loro anima cercando la forma più semplice ed immediata per dire l'ineffabile, per comunicare con altri uomini attraversando i tempi e lo spazio. Sempre più persone sgusciano fuori dalla sciatteria o dalla mediocrità di una lingua avvilita a sottotitoli o di una vita schiacciata da uno sbrodolamento di parole inutili in televisione, con una piccola, tenace catena di suoni ed emozioni capaci di toccarci il cuore. Coltivare in silenzio un'arte, una bellezza, una finezza morale, una disciplina, un grande amore. Questo è il senso di questa nuova collana, del nostro stare insieme, poeti e lettori di poesia, testimoni e destinatari, amanti e amati; lasciarci avvolgere da tante musiche diverse, dimenticarsi in questi accenti, ritrovarsi nelle parole che la Poesia ha reso nuove, urgenti, universali.

Elio Pecora

Torna all'opera